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Oltre i confini dell’amore e della sessualità monogamici stabiliti dalla tradizionale concezione della coppia etero c’è una terra popolata da unicorni in cui l’esplorazione della sessualità cavalca le ali della libertà e del desiderio scavalcando le etichette e i pregiudizi.
Nel linguaggio del poliamore l’unicorno è quella creatura rara e ricercata della persona singola (solitamente donna) che si unisce ad una coppia in una relazione aperta.
Unicornland è una webserie di 8 episodi che racconta la storia di Annie, giovane donna recentemente divorziata e aspirante unicorno che parte alla ricerca del piacere, e dell’amore, avventurandosi nella frequentazione di coppie etero e non.
In ogni episodio Annie incontra una nuova coppia, in un succedersi di situazioni non prevedibili, a tratti ironiche, e decisamente imbarazzanti attraverso le quali esplora se stessa e la propria sessualità acquisendo consapevolezza di cosa le piace, cosa cerca e come andarselo a prendere.
Unicornland propone una rappresentazione onesta e senza filtri della complessità del mondo del poliamore. Racconta cosa succede realmente quando persone con esperienze e preferenze sessuali diverse e a volte distanti si incontrano avvicinate dal desiderio e dalla curiosità di esplorare nuovi modi di vivere la sessualità e l’amore.
Ne risulta un percorso fatto di tentativi, in cui ognuno prova ad arricchire la propria vita con nuove esperienze mettendosi in gioco spogliato di etichette, regole universali e preconcetti, e guidato solo da desideri, emozioni e fantasie.
A volte le regole sono dettate dalla coppia per proteggerne l’equilibrio dall’inclusione rischiosa di una terza persona, a volte sono quelle dell’unicorno che non vuole diventare il gioco di due ma sentirsi parte di un gruppo di tre. E a volte non ci sono regole e tutto capita in modo spontaneo.
Unicornland è tanto rivoluzionaria quanto semplice. Per la prima volta il mondo sommerso del poliamore viene a galla senza apparire come una perversa deviazione dalla realtà guidata da esperti navigati del sesso selvaggio e prestazioni sessuali esibizioniste. È piuttosto un territorio inesplorato popolato da persone normali che sperimentano una sessualità meno regolamentata e più inclusiva.
Dentro c’è spazio per tutti e tutto: romanticismo e passione, carezze e pacche sulle natiche, vestaglie impalpabili di seta e abiti succinti di pelle, giochi di ruolo e assoli di autoerotismo.
Unicornland è reale, realistica e realmente imbarazzante. L’imbarazzo riempie i momenti in cui le aspettative, le fantasie (sessuali) e la realtà collidono generando situazioni imprevedibili in cui non sempre chi è coinvolto sa cosa cerca, se davvero lo cerca, e come trovarlo.
Agli occhi di chi intende l’amore e il sesso come un dolce alla vaniglia* squisitamente monogamico da gustare in mai più di 2, probabilmente questa serie è solo imbarazzante ed estemporanea.
Per chi ha provato ad immaginare, e magari assaggiare, una sessualità più libera e meno convenzionale, non c’è nulla da capire o da interpretare, ma risulta altrettanto imbarazzante.
Unicornland è intelligente, forse troppo. Riesce bene a far riflettere e un po’ meno ad intrattenere e divertire. L’ironia c’è ma non è quella della risata spensierata, quanto il mezzo sorriso del – Cavolo, è proprio così. Per stare lontano da riduttivi stereotipi e becere etichette rischia forse di tenere lontane le tante persone ancorate all’idea dell’amore e del sesso monogamico e tradizionale.
Se volete saperne di più su questo mondo di creature meravigliose, poi non così magiche, dategli un’occhiata. Perché gli unicorni sono intorno a voi e imparare a riconoscerli potrebbe farvi scoprire nuovi modi di amare e di sperimentare il piacere.
La serie completa la trovate su Vimeo ed è solo in inglese, ma i dialoghi sono brevi e le scene facili da comprendere.
Questo è il trailer
Unicornland è anche squisitamente femminile ed inclusiva. Ideata e prodotta da Lucy Gillespie e diretta da Nick Leavens, è girata da una crew per tre quarti femminile.
Il cast è una celebrazione della diversità sociale ed etnica di New York, composto per il 60% da non bianchi, trans, gay e disabili. Ma questo non vi autorizza ad osservare gli attori chiedendovi se – Quella è donna donna? – e provando a indovinare chi è gay.
Gustatevi la serie senza barriere mentali. E se avvertite il bisogno di spezzare l’imbarazzo, la formula è sempre la stessa sia nella terra degli unicorni che in quella dei bipedi monogami ed etero convinti:
*Vaniglia (vanilla) è il termine che si usa per indicare il sesso tradizionale che esclude qualsiasi pratica BDSM, dal gusto piacevole ma non particolarmente ricercato.
Immagini tratte dagli episodi di Unicornland – fotografie di Adrien Buckmaster – www.unicornlandseries.com