Sex Toys. Alla Scoperta degli oggetti del piacere è il nostro primo libro, scritto a quattro mani, ed è in giro per il mondo e per le librerie online e offline dal 2 luglio 2020.
Dentro abbiamo compattato tutte le informazioni e le riflessioni che abbiamo raccolto in svariati anni di uso e osservazione di questi oggetti, con l’obiettivo di realizzare una guida che adotti uno sguardo multiprospettico sui sex toys intesi come accessori parte di una vita sessuale diversificata, esplorativa e divertente.
L’estratto che trovate qui sotto è il testo che apre il capitolo 2, Percezione dei sex toys nella società oggi, che arriva dopo il capitolo che ripercorre le tappe evolutive della storia dei sex toys e che analizza com’è cambiato il rapporto della società con gli oggetti del piacere, influenzato dalla narrazione della sessualità nella cultura di massa.
Buona lettura!
Da una storia millenaria di produzione, raffigurazione, utilizzo dei sex toys sembrerebbe logicamente plausibile aspettarsi un lieto fine di pacifica e gratificante convivenza tra la specie umana e quella vibrante, aspirante, massaggiante, penetrante dei giochi per il piacere. Invece il vissero per sempre felici e contenti non è mai stato scritto e il rapporto che la nostra società ha con i sex toys è profondamente tormentato da sensi di colpa, vergogna, ostentata pruderie e falsi miti sedimentati nei secoli.
I sex toys sono da sempre un non detto, un argomento di nessuna discussione e generalmente di poca negoziazione all’interno di una relazione.
Nell’immaginario collettivo condiviso (e socialmente accettato) sono ancora tacitamente visti come ultima spiaggia per persone sole che, in mancanza di un partner di carne e ossa con il quale appagare i propri desideri sessuali, ripiegano su un supplente accondiscendente di gomma.
Nelle mani di chi invece un partner ce l’ha, diventano (sempre secondo la percezione comune) il rimedio disperato a una vita sessuale piatta, routinaria e definitivamente tramontata o la soluzione all’insoddisfazione sessuale imputata a compagni di giochi non sufficientemente esperti o abili o
volenterosi.
Ci capita spesso di usare i sex toys come icebreaker, un argomento per rompere il ghiaccio o spezzare la monotonia di quello che si prospetta un incontro senza picchi di entusiasmo. Al primo segnale di calo di attenzione e di chiacchiere poco interessanti, Ivano entro a gamba tesa nella conversazione e sgancia la bomba: «Tu hai un sex toy?». Dopo qualche anno di pratica, le risposte che riceviamo sono raramente inaspettate e solitamente ascrivibili a tre tipologie di persone: le negazioniste, le entusiaste e le contrariate.
Le prime, numericamente superiori, negano il possesso, ne aborrono l’utilizzo e adducono motivazioni secondo loro plausibili come il trovarsi in una relazione stabile e quindi godere già a sufficienza da non aver bisogno d’altro che del proprio partner, o la devozione alla materia prima umana, in mancanza della quale preferiscono non ricorrere a espedienti artificiali.
Le seconde (di gran lunga meno numerose) ne parlano in maniera quasi estatica, con quell’espressione facciale tipica dell’afterglow (quello stato di grazia post orgasmo in cui il mondo sembra più colorato e benevolo di come lo ricordavamo e non perderemmo le staffe neanche di fronte al paio di scarpe nuove appena dilaniato dal cucciolo di cane neo-arrivato) e fiere di raccontare al mondo il loro ultimo acquisto, elogiandone le peculiarità di utilizzo. Tra queste due categorie troviamo quella delle contrariate, ovvero quelle che, con un tono arrendevole da ammissione di colpa, ammettono di avere un sex toy e si precipitano a specificare che «però è molto piccolo» e viene utilizzato con scarsa frequenza e non troppo godimento, facendo trasparire la priorità della salvaguardia del proprio onore (o di quello del partner) rispetto a quella del proprio piacere.
Queste reazioni, seppur molto diverse e contrastanti, rivelano le molteplici sfaccettature del condizionamento del contesto sociale e culturale nel quale viviamo, che regola ogni nostra attività, anche quelle svolte laddove pensiamo di non essere raggiunti, in camera da letto.
Il modo in cui viviamo la sessualità nel privato influenza in misura rilevante l’immagine percepita che hanno le persone di noi e il modo in cui queste si relazionano con noi (ergo molte persone che chiamavamo “amici” se la sono data a gambe quando hanno realizzato che nella nostra vita la sessualità aveva un peso importante e che per noi era naturale parlarne senza ricorrere a edulcorazioni o vantare prestazioni da olimpiadi erotiche o buttare tutto in caciara).
È quindi più ammissibile e accettabile prendere le distanze da oggetti come i sex toys, considerati disdicevoli e peccaminosi in virtù del loro utilizzo sessualmente ludico, e aderire ai canoni di condotta sessuale che la società impone sponsorizzando un solo tipo di rapporto tipicamente Binario, sia nel numero che nel genere delle persone coinvolte, per il quale l’unico treno previsto è quello che conduce alla sala parto.

Sex Toys. Alla Scoperta degli oggetti del piacere. Odoya, 2020
Maggiori informazioni: Scheda libro
Il libro è disponibile in libreria e sui maggiori bookstore online (Amazon, IBS.it, laFeltrinelli, Libraccio.it, Mondadori store…)
Hanno parlato del libro:
D – la Repubblica
Vanity Fair
The Millennial
Fiore Avvelenato
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