Santorini è stata la nostra occasione di riscatto dalle vacanze “sbagliate” del 2019: quella a Cap d’AgdeCap d’Agde, passata a evitare lo scambismo in una disperata ricerca di naturismo, e quella a BerlinoBerlino, città del cuore che ci regala sempre un sacco di abbracci ed esperienze memorabili (e sex toys) ma mai relax.
Santorini è l’isola greca patinata che sembra essere stata rassettata da Marie Kondo e un esercito di decoratori armati di grande pennello e vernice bianca che più bianca non si può.
Natura e soldi convivono in uno strambo ecosistema che funziona da richiamo per un turismo ostentato e super lusso fatto di piscine private pubblicamente invidiabili da 360 gradi, colazioni troppo belle per essere consumate, degustazioni bon ton di vini locali tramonto incluso, proposte di matrimonio preconfezionate in cari pacchetti a 5 stelle.
È un’isola che vive di contraddizioni, dove la gente va a bagnarsi nell’acqua al cloro invece che in quella salata e dove gli asini di plastica non si cavalcano perché poi si rovinano ma quelli veri invece sì che funzionano bene per le escursioni da cartolina digitale spedita in tempo reale sul social network del cuore.
L’offerta turistica gira intorno alla Caldera, la celebre baia a mezzaluna sulla quale puntano tutti i cartelli che invitano ad ammirare tramonti mozzafiato. Queste scenografiche pareti scoscese di roccia vulcanica sono il lascito di varie eruzioni e terremoti che hanno fatto collassare la parte centrale dell’isola, un tempo rotonda.
Tra tutte le mete greche, Santorini non è quella che può vantarsi di spiagge migliori. Di certo non è la meta per chi cerca lo spiaggione dorato lambito da cristallina acqua blu, più quella per chi si vuole tuffare tra le piastrelle meticolosamente lucidate delle piscine azzurro cielo. Oppure quella per chi vuole riempirsi gli occhi di paesaggi mozzafiato, collage di pendenze vulcaniche, spessa sabbia scura, formazioni rocciose scultoree e innumerabili chiese dai tetti gobbi sui quali spuntano innumerabili campane.
Noi abbiamo avuto l’occasione unica di visitare una Santorini atipica, eccezionalmente modesta e cheta per effetto del COVID-19 che ha stravolto l’equilibrio vacanziero dell’estate 2020 svuotando l’isola di Instagrammers, droni volanti e promessi sposi (e, purtroppo, entrate economiche).
Siamo venuti qui con un debito di sonno e di energia post-scrittura del libro, alla ricerca di dolce far niente in modalità offline e ovviamente di qualche approdo naturista per regalare al corpo quella libertà che ci viene periodicamente a mancare nei mesi abbottonati in città. Abbiamo trovato sole (tanto, bollente), mare (freddino), vento (eh vabbè, è un’isola), pace (ma non garantiamo per gli anni a venire) e un sacco di falafel. Ma andiamo con ordine.

Naturismo a Santorini
Il naturismo in Grecia è un patto silente tra la natura e il corpo, risultato della spontanea ricerca umana di un’unione pacifica e rispettosa con madre natura. Non ci sono aree ufficiali e cartelli che indicano la fine del mondo “tessile” e l’inizio di quello ignudo. Ci sono spiagge timide, poco lontano dalle piste più battute, in cui si possono abbandonare i vestiti senza scandalizzare o venire guardonizzati. Sono aree dove il naturismo è praticato, tollerato e rispettato da anni, ma non “legalizzato” nero su bianco. Per sapere dove sono collocate e come si raggiungono, basta fare un po’ di ricerca online e leggere le recensioni di chi ci è stato.
Santorini non fa differenza e accoglie i turisti alla ricerca di libertà in almeno due spiagge conosciute come “naturiste” che si osservano dagli estremi nord e sud dell’isola. Per raggiungere entrambe non bisogna avere un passato da scalatori provetti ma basta salire in macchina, lasciarsi alle spalle le aree più affollate e rumorose dell’isola e fare una breve passeggiata sotto il sole: ad attendere solo mare, sabbia, roccia, vento.
Vlychada Beach
Si trova nella punta a sud di Santorini e si raggiunge comodamente con l’auto seguendo le indicazioni stradali per Vlychada. Lasciata la macchina nel parcheggio, si incontra un primo tratto di spiaggia attrezzato. Superati lettini e ombrelloni la spiaggia continua per alcune centinaia di metri e l’ultimo tratto è quello naturista.
Qui la sabbia scura, tipica dell’isola, è puntellata da pois chiari di pietra pomice e abbracciata da maestose scogliere bianche artisticamente modellate dal vento e dall’acqua. La peculiare conformazione che ricorda un paesaggio lunare le ha fatto guadagnare il soprannome di Moon Beach.
Kouloumpos Beach o Koloumbos Beach
È quella più schiva e intima, sfuggita alla contaminazione turistica. Si trova all’estremo opposto, nella costa a nord dell’isola, e ci si arriva in auto seguendo le indicazioni (ma non in autobus perché non c’è nessuna linea che porta qui). Non abbiamo trovato nessun parcheggio in prossimità della spiaggia, ma si può lasciare il mezzo lungo la strada, nei pressi dei Soulis Apartments. Un cartello indica l’inizio del sentiero che porta a Capo Colombo (Cape Kouloumpo), che è esattamente la meta della rotta naturista.
Il sentiero è quasi pianeggiante e si districa tra cespugli bassi. Il primo tratto è terroso e diventa sempre più sabbioso man mano che ci si avvicina al mare, dove si apre una spiaggia scura mista a ciottoli che sulla destra si protende verso il mare con una scultorea formazione rocciosa che crea una grotta che non si lascia baciare dal sole.
È bene arrivare attrezzati di acqua e cibo se si intende trascorrere qui qualche ora perché in spiaggia non si trova nient’altro che natura.
Le correnti che attraversano l’acqua sono molto forti, quindi non è la spiaggia ideale per fare il bagno ma sicuramente quella per respirare tranquillità e convivere con la natura indisturbata.
E ora una breve lista di consigli di cose da fare vestiti a Santorini
Scarpinare da Fira a Oia
Il trekking non era previsto nei nostri piani di relax forzato ma la passeggiata di 12 kilometri che si snoda sulla costa occidentale dell’isola collegando le bianche città di Fira e Oia è un’esperienza ristoratrice unica che risveglia il corpo e apre gli occhi sulle molteplici facce dell’isola.
Il percorso parte dalla cattedrale ortodossa di Fira e si insinua tra le costruzioni bianchissime dei vicini villaggi pittoreschi di Firostefani e Imerovigli. Dopo il candido dedalo di alberghi, negozietti e ristorantini che riflettono i raggi del sole con le loro superfici immacolate, il mondo costruito cede spazio alla natura e lo sguardo si rilassa sui bruni e verdi, sporadicamente macchiati dal bianco e blu di alcune chiesette isolate. La fatica del tratto finale, quello più ripido, è ripagata dall’avvistamento delle prime costruzioni di Oia, il cui centro richiama i turisti verso le boutique, le gallerie d’arte e i ristoranti costosi attirandoli sulle strade lastricate di marmo.
Il ritorno in bus riporta alla realtà in circa mezz’ora e poco meno di due euro.
Il percorso intero da Fira a Oia dura circa 3/4 ore a seconda del passo, delle deviazioni e delle pause fotografiche; è segnalato da ripetuti cartelli ed è alla portata di tutti. L’ideale è affrontarlo nelle prime ore della giornata, quando il sole sta ancora compiendo la sua salita verso lo zenit.
Visitare Atlantis Book
Questo è il più grande rimpianto della nostra vacanza a Santorini. Non vedevamo l’ora di spulciare tra gli scaffali di quella che è annoverata tra le librerie più affascinanti del mondo ma l’abbiamo trovata chiusa, ennesima vittima degli effetti economici della pandemia mondiale. I vicini di negozio ci hanno detto che il proprietario ha deciso di tenere chiuso per la stagione 2020, quindi se pensate di organizzare una gita da queste parti vi consigliamo di metterla in itinerario.
Cena folkloristica al Santorini Mou
Cercavamo un locale davvero local, in cui respirare e saggiare la tradizione greca, e Google ci ha portato da Mihalis, il proprietario che tutte le sere saluta i turisti al fondo del vialetto d’ingresso, in camicia e baffi fianchi, seduto su una sedia di legno, e li intrattiene suonando la chitarra e intonando canzoni greche. Qui funziona ancora come in epoca pre-wi-fi, quando gli scambi umani di chiacchiere frivole precedevano quelli di messaggi scritti fugacemente via Whatsapp. La cameriera che ci ha accolti ci ha chiesto da dove arrivassimo, per poi tornare da noi con una bandiera dell’Italia che ha lasciato sul tavolo. Il secondo simpatico “disturbatore” è stato un bambino che ci ha recapitato 4 faldoni “misteriosi” da sfogliare nell’attesa dei nostri piatti. 3 erano piedi di foto di Mihalis in compagina di star e presunte star (che noi non abbiamo riconosciuto), con ripetuti scatti tutti uguali insieme a Jennifer Aniston e Green Day, mentre 1 conteneva le foto di tutti gli ignoti avventori che erano passati di lì (e che sono anche caricate anche sulsito web, classificate per anno e per mese. Aspettiamo il nostro momento di gloria nell’attesa che pubblicheranno quelle del 2020).
Consigliatissimo il purè di fave, preparato secondo ricetta tipica, e qualsiasi verdura fritta che creava l’illusione di essere leggera.
Mangiare Falafel
La metà dei nostri pasti è stata a base di falafel, che in Grecia è il jolly dei vegani, quello che ti permette di sopravvivere facile. Il posto dei falafel per antonomasia è Falafeland a Fira, ma per esperienza possiamo dire che se ne possono mangiare di buoni anche nei vari Gyros più spartani e meno segnalati, dove il design non è esattamente la priorità (e forse neanche la pulizia) ma dai quali si esce appagati (e vivi).
Oziare al Tranquilo
Il Tranquilo è molto più di un bar restaurant, è un’oasi di pace, cibo veggy e facce sorridenti che è diventata il nostro posto prefe di Santorini da quando ci abbiamo messo piede. Un cartello di assi di legno colorate ne riassume la filosofia in pochi frasi sagge e molto zen. Il locale si trova lungo la frequentata spiaggia di Perissa, che vanta il più esteso lungomare dell’isola e il maggior numero di Beach bar.
Il Tranquilo è un esplosione di colori caldi che avvolgono e tingono l’assembramento di panche, amache, tavolini ricavati da pallet, cuscini indiani, sedie di paglia. Si può passare a qualsiasi ora, dal mattino presto alla sera tardi ,per rinfrescarsi con smoothies di frutta fresca, svegliarsi con un caffè e uno yogurt vegetale, spezzare la fame con un’insalata formato XL o consumate una cena a lume di candela. Tutti i piatti sono preparati con ingredienti locali e ricette vegetariane e vegane.
Sul tratto di spiaggia davanti al Tranquilo sono sparsi alcuni ombrelloni e lettini a libera disposizione dei clienti.

Ammirare la Red Beach
La Red Beach è la famosa tra le famose dell’isola e di tutta la Grecia, che affascina con i suoi colori infuocati e i profili pericolanti. I ripetuti cartelli di rischio di morte non fermano le orde di turisti che, Covid o non Covid, si ammucchiano sulla minuta spiaggia ferrosa, baciata da acque limpide dagli azzurri saturi e sovrastata da imponenti pareti di roccia rosso lava che devono il loro colore alla ricchezza di minerali di ferro.
La spiaggia si raggiunge in 10 minuti dopo aver lasciato la macchina nell’apposito parcheggio, discendendo un sentiero piuttosto scosceso ma praticabile che offre diversi punti panoramici in cui soffermarsi per ammirare questo spettacolo della naturale dall’alto.
Il fascino unico di questa spiaggia merita sicuramente una visita, magari non una sosta prolungata vista l’affluenza incontrollata.
Consigliamo anche di fermarsi nella bancarella di souvenir che precede il sentiero verso la spiaggia. Il proprietario passa l’inverno a creare gioielli e l’estate a cercare di venderli ai turisti di passaggio. Un km0 da premiare che controbilancia almeno in parte l’offerta di chincaglierie seriali provenienti dalle fabbriche di chissà quale paese dell’est del mondo di cui sono ripieni i negozi di Fira e Oia.