Eva II è l’evoluzione di Eva, il vibratore progettato per essere indossato da chi ha una vulva durante il rapporto sessuale in coppia.
Quando Eva è arrivato sul mercato, la sua popolarità l’aveva già preceduto.
Nel 2014 è stato lanciato sulla piattaforma di crowdfunding indiegogo.com, raccogliendo più di 800.000 dollari e diventando il gioco per adulti più finanziato nella storia del crowdfunding online e la campagna Indiegogo gestita da un team interamente femminile con il maggiore successo di sempre.
Da Indiegogo alla conquista del mondo il passo è stato breve, anche grazie alla risonanza mediatica sull’internet e sulla carta stampata che ha presentato Eva a tutto il mondo come il primo vibratore per l’uso in coppia indossabile e non intrusivo, progettato dalle donne per le donne.
Per un blog/sito/magazine citare Eva è diventato un modo per dichiarare un’apertura nei confronti delle tematiche sessuali (l’atteggiamento noto nell’espressione anglofona sex-positive) e un’attenzione al piacere femminile.
Prima del prodotto: in principio era il progetto
Dame Products, il marchio americano che produce Eva, nasce dall’incontro tra una psicologa e un’ingegnere dell’MIT che hanno unito competenze e interessi allo scopo di produrre sex toy progettati intorno alle necessità degli utilizzatori finali, a partire da ricerche scientifiche, e sviluppati nel design e nella tecnologia per migliorare l’esperienza sessuale delle donne.
Eva nasce come risposta al problema del pleasure gap, la disparità tra uomini e donne nel provare piacere durante un rapporto sessuale e quindi raggiungere l’orgasmo.
Diverse ricerche hanno evidenziato che solo circa un quarto delle donne raggiunge regolarmente l’orgasmo attraverso la sola penetrazione. Il fattore che gioca un ruolo chiave per gli altri tre quarti è la stimolazione clitoridea, che spesso risulta difficile da ottenere durante un rapporto a due, soprattutto in alcune posizioni, sia usando le mani sia aiutandosi con un giochino vibrante.
Prima di Eva erano principalmente due le tipologie di sex toys studiati per la coppia che possono essere indossati lasciando le mani libere di esplorare, muoversi nello spazio, appoggiarsi sulla pelle, stringere le lenzuola. Una è quella degli anelli per il pene, l’altra dei sex toy tipo We-vibe per doppia stimolazione con due estremità vibranti, una che si inserisce nella vagina e una che si appoggia sulla vulva per stimolare il clitoride. Entrambe le soluzioni possono causare un certo grado di scomodità e causare frizioni e fastidi, soprattutto al pene.
L’aspirazione di Eva è quindi insinuarsi tra i due corpi rimanendo saldo alla vulva, e fornire una stimolazione diretta del clitoride per potenziare l’esperienza del piacere femminile senza penalizzare quella maschile.
Eva ha indubbiamente rivoluzionato il settore dei vibratori indossabili per coppia. Se l’abbia anche migliorato è possibile dirlo solo dopo averlo provato.
Il primo appuntamento con Eva
Quando ho ricevuto Eva mi aspettavo grandi cose da quel piccolo guscio di silicone con le braccia esili che nel frattempo aveva collezionato recensioni positive e ovazioni mediatiche.
Eva è arrivato dentro un packaging minimalista dall’aspetto rassicurante, uno di quelli che ti aspetteresti di trovare in farmacia, nell’Apple store o in un negozio di sex toy di quelli luminosi gestiti da gente illuminata, nel quale ogni donna si sentirebbe a proprio agio a curiosare.
Dentro la confezione ho trovato Eva, un guscio in plastica di colore neutro che funziona da base di ricarica, un cavo USB, una custodia morbida e il manuale d’uso.
Fino a qui ero ancora in modalità farfalle-nello-stomaco e aspettative-stellari. Poi l’ho provato.
Come mi è successo con altri giochini, dopo un paio di prove ho iniziato a chiedermi se il problema fossi io o il sex toy. Come faccio in questi casi, mi sono rivolta al sacro Google e ho iniziato a cercarmi le recensioni di chi in questo settore c’è da più tempo di me e gode del rispetto e della stima della blogosfera.
Questa volta mi sono appellata a Dangerous Lilly, sex blogger attiva dal 2008 che scrive recensioni (brutalmente) oneste, accurate e attendibili.
La sua recensione non solo ha confermato i miei dubbi e i problemi riscontrati con Eva, ma ha anche distrutto l’immagine romantica e incantata che mi ero fatta di quel tenero vibratore: quando l’ha paragonato alla forma di un utero ho iniziato a guardarlo con altri occhi. Per riparare ho dovuto elaborare un’associazione sostitutiva, tenera ma meno incantata, e ora penso a Eva come al cuscino IKEA a forma di cuore con le braccia (e non è necessariamente una cosa positiva, ma ci arriverò).
Diciamo solo che la sua recensione ha funzionato da luce verde per pubblicare la mia.
Quindi, per quanto impopolare e stridente con le immagini delle coppie etero felici che compaiono nel video di presentazione, questo è il racconto della mia love story mancata con Eva.
[Piccola postilla: la recensione di Dangerous Lilly si riferisce alla prima versione di Eva. I cambiamenti introdotti in quella nuova sono minimi e riguardano la dimensione ridotta del corpo principale (che, a quanto pare, non va a beneficio di una migliore indossabilità), lo spostamento del tasto di accensione e la completa resistenza all’acqua.]
Un incastro difficile
La prima difficolta è stata mettere Eva al suo posto, letteralmente.
La teoria è questa: si posizionano le braccia laterali sotto le grandi labbra, una alla volta, fino a quando Eva rimane stabile nella vulva, appoggiato sul clitoride.
La pratica è andata così: ho provato a posizionare Eva usando una quantità minima di lubrificante ma mi sono resa conto che mancava il grip con la pelle e tendeva a scivolare via. Allora ho provato senza (a secco dovrebbe rendere l’idea) e ho iniziato ad armeggiare con le labbra tirandole prima verso l’esterno, poi verso l’interno, in modo che coprissero e fermassero le braccia di Eva, e in qualche modo sono riuscita a farlo stare fermo.
A questo punto la teoria vuole che si attivi la vibrazione premendo sul pulsante (che si trova sulla parte superiore di Eva II, e su quella frontale di Eva I) e dedicarsi a fare all’amore, “anche in posizioni avventurose”.
Io mi sarei accontentata di quelle tranquille e canoniche, ma Eva non ha voluto saperne di rimanere fermo. Anche quelle poche volte in cui lo sentivo più saldo alla vulva ed è rimasto fermo per alcuni minuti, è sempre riuscito a liberarsi dall’abbraccio delle labbra. Ho provato a trattenerlo tra il mio corpo e quello della mia dolce metà, ma a quel punto iniziava a spostarsi troppo, le vibrazioni non erano più direzionate verso il clitoride e, nonostante la dimensione relativamente contenuta, la frizione sulla pelle risultava fastidiosa. Qualsiasi posizione in cui la mia vulva non fosse premuta contro un altro corpo non era neanche ipotizzabile perché ogni volta che ho provato a girarmi o a inginocchiarmi Eva è immediatamente balzato via.
Al centro dell’attenzione, non del piacere
Un vibratore indossabile dovrebbe lasciare libere le mani e anche la mente, consentire di farsi trasportare dalle sensazioni senza dover cercare la posizione in cui tenerlo per direzionare correttamente le vibrazione e fare in modo che il braccio e la mano non intralcino il corso del piacere.
Una delle missioni di Dame Products è proprio quella di creare giochi che si adattino alla vita sessuale, ma Eva II lavora esattamente al contrario e catalizza l’attenzione. In ogni momento mente e corpo sono impegnati a capire come indossarlo o a circoscrivere i movimenti per evitare di farlo scivolare fuori dalle labbra.
Ogni volta che riuscivo a indossare Eva mi sembrava che potesse uscire da un momento all’altro, ed ero talmente concentrata sull’aspetto logistico che quasi non riuscivo a percepire l’azione delle vibrazioni sul clitoride. A quel punto le sensazioni, il contatto con un altro corpo, la connessione con il partner erano passati in secondo piano e la missione dell’incastro dei corpi non era più intraprendere un viaggio di piacere ma tenere in equilibrio un pezzo di silicone vibrante.
Gestualità canaglia
Credo che la gestualità giochi un ruolo importante nella sessualità e che ognuno di noi, quando si immagina protagonista in una sessione di piacere, si rifaccia a un repertorio ideale di corpi che si muovono sensuali e armoniosi creando una perfetta sincronia di movimenti e suoni che si conclude con un acuto orgasmico e una coreografia di schiene che si curvano e mani che affondano nel materasso.
Non dico che questa sia una rappresentazione verosimile di come vanno le cose nella realtà, anzi, ma sicuramente ognuno cerca di mostrare al partner la versione più sensuale e snodata di sé, anche se sa di avere la flessibilità di un listello di legno, e si aspetta che gesti e ansimi si succedano con naturalezza.
Sentirsi belli, desiderati, sicuri di sé o quanto meno a proprio agio contribuisce anche a lasciarsi andare e assecondare l’eccitazione e il desiderio.
Accartocciarsi su se stesse per armeggiare con la vulva e spostare grandi e piccole labbra per incastrare un aggeggio di silicone mentre il partner osserva paziente senza poter far molto per essere d’aiuto non è esattamente come uno si immagina di iniziare un incontro passionale.
Se il preservativo è vissuto come un freno a mano al piacere e all’eccitazione, Eva non riesce neanche a far partire la macchina del sesso.
Vibrazioni incerte
Premendo il pulsante che attiva la vibrazione si possono selezionare 3 livelli di intensità crescenti. Ho letto alcune sex bloggers lamentarsi di vibrazioni troppo deboli. Essendo io una fan di vibrazioni dolci a basse intensità, e l’opposto di chi si considera una power queen, non mi sono mai posta questo problema.
Ho avuto invece l’impressione che le vibrazioni fossero piuttosto rudimentali. Messe a confronto con sex toy nella stessa fascia di prezzo non reggono il confronto.
Eva esce sul mercato con un prezzo superiore a 100€ e dovrebbe competere con i sex toy di marchi come LELO, Iroha Plus o JimmyJane, ma io non lo sceglierei mai al posto della mia LELO Smart Wand per il gioco di coppia, per quanto la wand possa risultare ingombrante e tenga almeno una mano e un braccio occupati.
Anche un vibratore come l’Iroha Mini, che ha un costo inferiore a 20€, mi ha lasciato un’impressione più positiva.
La grossa differenza è che il Mini, pur essendo molto semplice (è un vibratore clitorideo piccolo e funzionale che sta nel palmo della mano e funziona a pile), fa esattamente quello che promette, se non qualcosa in più, mentre Eva promette la luna ma non regala neanche una stella di quelle che si acquistano sull’internet.
È una questione di vulva?
Mi sono chiesta se il motivo della relazione complicata con Eva fosse l’anatomia della mia vulva. Sicuramente una certa forma delle labbra potrebbe favorire il posizionamento e l’uso di Eva, e delle grandi labbra di dimensione tale da coprire gran parte del vibratore potrebbero venire in aiuto.
Quello che so di per certo è che esistono talmente tante conformazioni diverse di vulva (è stata un’esperienza illuminante osservare i calchi in gesso di vulve tutte diverse realizzate dall’artista di I Show Flag) che sarebbe impossibile progettare un sex toy che si adatti precisamente a ognuna. Ma non avrebbe neanche senso progettare un vibratore a uso esclusivo delle portatrici di un certo tipo di vulva. Quindi penso che un vibratore indossabile abbia senso di esistere solo se può essere usato da tutte o quasi, anche con qualche difficoltà, per fare un’esperienza di piacere.
Eva sembra invece essere progettato per un numero ristretto di vulve. Come ha evidenziato Dangerous Lilly, Eva non è probabilmente il vibratore utilizzabile da chi ha grandi labbra minime ma piccole labbra allungate che possono impedire a Eva di trovare il suo spazio nella vulva; sicuramente non è il vibratore per chi preferisce le vibrazioni intense e una certa pressione sul clitoride (Eva è molto leggero e l’unico momento in cui esercita pressione è quando rimane incastrato tra i due corpi e spinge su tutti i punti tranne che sul clitoride); ovviamente non è indicato per chi apprezza una buona lubrificazione durante il sesso (tutti?).
Considerazioni finali
Non posso pensare che tutte le recensioni positive su Eva siano frutto di invenzione o, più verosimilmente, di una mossa astuta per saltare sul carro del vincitore e sfruttarne la visibilità. E sono contenta della risonanza mediatica e delle rivoluzioni che ha scatenato: la popolarità di Eva (e le ottime argomentazioni di Dame sul ruolo dei sex toy nella vita sessuale) ha convinto Kickstarter a fare un’eccezione alla politica che, pur non bannando esplicitamente i sex toy, esclude tutti i prodotti ritenuti “pornografici”. Fin, il vibratore sviluppato da Dame dopo Eva, è stato il primo sex toy a essere finanziato sulla piattaforma pioniera del crowdfunding online.
Credo che a Dame Products si debba riconoscere il merito di aver spostato l’attenzione sul piacere femminile e di aver alimentato una conversazione globale utile ad abbattere tabù e a diffondere la conoscenza sul corpo della donna e sull’importanza della stimolazione clitoridea anche durante il rapporto sessuale di coppia.
Purtroppo tutto questo ottimo lavoro non si è (ancora?) tradotto in un prodotto realmente utile a rivoluzionare l’esperienza sessuale femminile durante il rapporto penetrativo.
Quindi Eva rimane utile come il cuscino a cuore con le braccia di IKEA: carino e coccoloso ma incapace di contraccambiare l’abbraccio e piuttosto anaffettivo quanto a capacità di trasmettere emozioni.