La prima volta che abbiamo provato a praticare il naturismo siamo finiti (a fatica, dopo svariate ricerche e consultazioni di Google Maps) in una spiaggia-tra-molte-virgolette del Sud della Spagna: un tratto di costa apparentemente dimenticata con dei lastroni di roccia scoscesa che fronteggiavano una distesa di alghe che prima o poi finiva nel mare. Appollaiate sulla roccia c’erano alcune persone nude. Fine.
Ci siamo guardati intorno, abbiamo attraversato tutto il tratto di “spiaggia” e ci siamo scambiati sguardi smarriti e interrogativi. Delusi e dubbiosi siamo passati oltre senza togliere neanche le ciabatte e ce ne siamo andati: eravamo curiosi e determinati a fare la nostra prima esperienza naturista ma ci sfuggiva il punto di stare nudi in un posto oggettivamente brutto e ostile ai margini del mondo.
Tornati a casa, abbiamo spulciato l’internet alla ricerca di una spiaggia naturista che fosse umanamente praticabile e quantomeno gradevole alla vista e Google ci ha suggerito la plage de Pampelonne: una distesa di quasi 5 km di sabbia fine e dorata lambita da acqua cristallina e turchese, situata poco a Sud di Saint-Tropez, nel comune di Ramatuelle, raggiungibile (in auto, in bici, a piedi) da diversi punti di accesso e servita da parcheggi a pochi passi dal mare.

In questo tratto di costa si alternano lunghe spiagge libere e spiagge private di stabilimenti storici e pettinati, e si mescolano, molto democraticamente, bagnanti umily che sciabattano zaino (frigo) in spalla e ombrellone sottobraccio e la riccanza in Ferrari e Porsche che si fa servire crudités e rosé locale sur la mer.

In mezzo a questo pot-pourri umano c’è anche l’ala vacanziera svestita che si divide nei due tratti in cui la pratica del naturismo è ufficialmente autorizzata: queste due porzioni di spiaggia sono segnalate semplicemente da cartelli che indicano l’inizio e la fine della zona naturista (arrivando dalla riva sono praticamente invisibili ma la presenza di corpi nudi è abbastanza indicativa).

Quando siamo approdati su questa spiaggia per la prima volta ci siamo sentiti nel posto giusto: abbiamo visto il naturismo vissuto in maniera naturale e spontanea, alla luce del sole (letteralmente), con rispetto e senza un fine altro – voyeurista/esibizionista/erotico (cosa che invece abbiamo percepito nelle spiagge naturiste italiane).

Nella nostra visione il naturismo dovrebbe essere una pratica accessibile, sia culturalmente che fisicamente, e Pampelonne rispecchia pienamente questo modo di intenderlo.
In moltissimi altri casi, purtroppo, fare naturismo significa ancora avventurarsi alla ricerca di lembi di terra desolati, relegati, irraggiungibili, impervi, scomodi, inospitali e impraticabili, distaccati dal resto del mondo conosciuto e frequentato.
E per quanto possa essere bello andarsi a ritagliare il proprio angolino di terra a uso temporaneamente esclusivo, in cui liberarsi dei vestiti e godersi la natura alla pari, senza filtri, lontano dal resto della vita umana, questo non può essere l’unica opzione per vivere il naturismo (anche perché significherebbe tagliare fuori chiunque possa avere difficoltà di spostamento/mobilità, ed è una logica discriminatoria e abilista). Altrimenti si porta avanti un messaggio fuorviante, in base al quale il naturismo è qualcosa che succede ai margini della vita “normale”, di nascosto, e che dev’essere quindi confinato ai margini del mondo, come se fosse qualcosa di sbagliato e inaccettabile.
Pampelonne è diventato un po’ il nostro porto sicuro naturista, quello in cui sappiamo di poter improvvisare una vacanza comoda e rilassante anche all’ultimo secondo.

Quest’estate ci siamo tornati dopo diversi anni che non venivamo e abbiamo notato una presenza considerevole di costumi nella parte naturista. Per quanto non sia cambiato il clima di rispetto reciproco, questo potrebbe scoraggiare molte persone dall’avvicinarsi alla pratica del naturismo, facendole sentire in qualche modo diverse. E forse ci dice anche qualcosa sugli effetti che la costante censura e condanna mediatica del corpo nudo ha sulla percezione sociale della nudità.
Come raggiungere le spiagge naturiste di Pampelonne: indicazioni

I settori naturisti si trovano in due punti diversi della spiaggia di Pampelonne:
Quello nord si raggiunge dal Chemin de la Mataranne e si estende dalla spiaggia libera che comincia dopo il Tiki Beach (a destra, tenendosi il mare alle spalle) fino alla spiaggia privata del Neptune Plage compreso (che è l’unico tratto privato naturista).
Quello sud è un tratto di spiaggia libera al centro della zona des Baraques alla quale si accede dall’omonimo Chemin (è il tratto segnalato anche su Google Maps).
