L’abbiamo desiderato, sognato, immaginato, progettato, scritto, cancellato, riscritto, accantonato e ripreso per anni. Nei nostri immaginari è stato a volte un party di una sera, altre un supper club, un dinner show, un weekend fuori porta, un seminario. Alla fine si è trasformato in qualcosa di molto più grande di tutto questo.
/ri·tro·var·si/ è stato il primo evento Le Sex en Rose.
È stato un ritrovo di corpi, un ritiro (o retreat, se vi piace di più) di tre giorni aperto a venti persone (selezionate sulla base delle motivazioni). L’abbiamo pensato come un percorso collettivo di crescita individuale; un viaggio introspettivo e corporeo in cui ritrovare sé stess* e ritrovarsi con altr*. La cornice di questo ritrovo è stata Cascina Cerola, una cascina immersa nel verde delle colline del Monferrato, che per 3 giorni è stata Casa e ci ha ospitato, sfamato, abbeverato e coccolato.
Cos’è successo durante il ritiro?
Non scenderemo in dettagli perché vogliamo pensare che questo sia solo il primo di tanti ritrovi e non vogliamo spoilerare un’esperienza da vivere che non potrà mai essere restituita completamente a parole, ma possiamo raccontarvi a grandi linee come si è svolta (qui c’è il programma).
C’è stato un momento conoscitivo, di chiacchiere e di presentazione, in cui abbiamo dato importanza all’autonarrazione e abbiamo chiesto alle persone di raccontarsi nel modo e con la profondità che sentivano propri: non un’occasione per tirare fuori gli attributi ma per condividere intenzioni, visioni e anche vulnerabilità.
Abbiamo fatto yoga tutt* insieme, guidat* da Alessandro Besso; è stato un modo per iniziare ad occupare spazio, a muoverci insieme e acquisire consapevolezza del nostro corpo, senza preoccuparci troppo di dimostrarci e sentirci capaci, ma piuttosto di sentirci e basta. Odaka Yoga è uno yoga fluido, che si ispira al moto delle onde e porta il corpo e la mente a diventare liquidi, e Alessandro ci ha fatto lavorare sull’apertura del bacino e sul chakra situato nella zona pelvica, sede della sessualità.
Poi abbiamo iniziato un percorso di progressiva condivisione e liberazione, attraverso tre laboratori principali che abbiamo guidato noi.
Insieme abbiamo esplorato la dimensione della nudità, liberando i corpi dai vestiti, dal giudizio e dalla sessualizzazione.
Abbiamo recuperato la storia sessuale del nostro corpo e della nostra identità e l’abbiamo condivisa.
Abbiamo portato i corpi in contatto: un contatto non sessuale, consensuale e autodeterminato, ascoltando le esigenze di tutt* e prendendoci cura l’un* dell’altr*.
Abbiamo esplorato la dimensione sociale del piacere in un contesto non sessualizzante.
Ci siamo ritrovat* intorno al fuoco, accompagnat* dal suono dell’handpan, e ci siamo liberat* di pesi che non vogliamo più portarci dietro.
Infine ci siamo lasciati delle tracce dell’esperienza che è stata, messaggi e saluti scritti con l’inchiostro.
E poi abbiamo mangiato, bevuto, brindato (a quel momento della serata), dormito in spazi condivisi, ballato, chiacchierato, fatto la sauna, meditato, respirato, riso, pianto.
Sono stati giorni immersivi di vita comunitaria e di esplorazioni individuali, di ascolto e di racconto, di benvenuti e arrivederci.
Ci saranno altre opportunità di /ri·tro·var·si/?
Non sabbiamo quando o dove ma ci saranno: è stata un’esperienza bellissima che vogliamo ripetere.
Ringraziamenti
Se siamo arrivati in fondo alla realizzazione di questo evento è anche grazie al supporto e alla fiducia che ci hanno dimostrato diversi marchi: quelli già all’interno della nostra narrazione – Lelo e Tenga – che ci hanno fornito regalini e sex toys, e quelli che non sono direttamente collegati alla nostra divulgazione ma che hanno insaporito i momenti mangerecci – 958 Santero con Spritz e bollicine raffinate e Heura Foods con dei nuggets di “pollo” vegetale orgasmici.