
Il sole risplende, i corpi si scoprono, si esce di più, si recupera la socialità corporea e se si riesce a godere del privilegio di una vacanza si possono esplorare posti nuovi in cui saggiare la libertà e sentirsi meno osservati e meno giudicati. La mente si sgrava del fardello degli oneri quotidiani ed è libera di immaginare possibilità e scenari inesplorati.
Per questo l’estate può essere un momento per aprirsi a esperienze nuove con una ritrovata leggerezza e curiosità. Ma c’è un modo migliore per farlo e per evitare crisi esistenziali e di coppia.
Il mostro del primo livello: le aspettative
Le aspettative all’inizio possono essere carburante e farci lanciare in avventure inedite ma se non vengono soddisfatte ci possono lasciare a piedi con la delusione di chi ha perso l’ultimo volo disponibile e dal basso guarda levarsi in volo tutte le altre persone.
Aprirsi a una nuova possibilità non significa che questa si paleserà davanti ai nostri occhi né che noi saremo in grado di vederla e poi di coglierla. La scuola della vita ci insegna che tra il dire e il fare c’è in mezzo il mare; a volte è un ruscelletto scavalcabile con un passo e sarà ancora più bello gustarsi un’inaspettata facilità, ma negli altri casi bisogna fare i conti con la complessità.
Se abbiamo una relazione di coppia e ci siamo confidati il desiderio di aprirci a delle esperienze con altre persone, probabilmente non vediamo l’ora di tramutare i sogni in realtà. Ma quando i sogni diventano aspettative si rischia di arrivare al momento in cui si profilerà l’esperienza con un bagaglio di ansia da prestazione o di rimanere con la frustrazione nel caso in cui quest’esperienza non dovesse succedere.
L’esperienza potrebbe non manifestarsi nei tempi o nelle modalità in cui desideriamo, e questo è da mettere in conto, ma nel frattempo possiamo evadere negli spazi infiniti della mente – nostra e del partner – e fantasticare insieme costruendo scenari nuovi e appaganti.
Alzare le antenne e cogliere i segnali
Predisporsi a vivere qualcosa di nuovo implica un minimo di investimento di energie nel guardarsi intorno e osservare quello (e chi) ci circonda in modo attivo e interessato (non da guardoni, eh?!), provando davvero ad aprirsi – al mondo esterno e alle tante creature umane che lo abitano piuttosto che alla specifica esperienza che ci interessa.
È un’occasione anche per mettere un po’ in discussione la relazione e approcciarsi al mondo come due persone unite ma non vincolate, che si lasciano permeare dalla realtà circostante.
L’esperienza tanto attesa può nascere spontaneamente e in modo veloce e molto fisico – corpi che si incontrano e si attraggono durante una festa in spiaggia, per esempio – oppure può essere costruita a partire da una normale chiacchiera davanti a una bibita dissetante.
Spesso le coppie che iniziano ad aprirsi pensano di star facendo qualcosa di strano, a tratti perverso, e indicibile. Ma non c’è niente di strano in persone che si incontrano, si piacciono e vivono qualcosa di intimo insieme: a cambiare è solo il numero, ma non è passare da 2 a 3 o 4 o + che perverte una situazione.
Se ci giudicassimo meno potremmo relazionarci con le persone in maniera più naturale, senza pensare che stiamo per proporre qualcosa di osceno.
Viversi il momento
Mettiamo caso che sia finalmente arrivato il nostro turno di viverci quest’esperienza.
Se siamo in coppia è bene aver già avuto un momento di confronto tra partner e di condivisione di rispettivi desideri, limiti, fantasie, intenzioni, insicurezze ecc. Ti consigliamo di dare un’occhiata a questo e questo articolo.
Viversi il momento significa lasciarsi contaminare dalla situazione e dalle persone, ascoltare il proprio sentire e sviluppare empatia nei confronti di quello delle altre persone: significa non fare le cose per barrare una casellina sulla TDL o mettere a curriculum una prestazione ma darsi la possibilità di provare, imparare, sbagliare, proporre, accogliere, sorprendersi.
Significa comunicare tanto, con la modalità che preferite: con le parole, con il corpo, con lo sguardo.
L’obiettivo dovrebbe essere la ricerca condivisa del piacere e avvenire con il rispetto e la cura di tutte le persone che stanno vivendo l’esperienza.
Aprirsi a una situazione nuova implica anche aprirsi all’imprevisto e all’incertezza: le cose possono andare esattamente come ce le eravamo immaginate ma anche in modo completamente opposto. E possono farci sentire molto bene o non proprio a nostro agio: è importante creare uno scenario aperto in cui ogni persona si senta libera di alzare la mano in qualsiasi momento e interrompere le cose, comunicare un malessere o un disagio o anche solo chiedere una pausa, ed eventualmente ricominciare cercando un nuovo equilibrio.
Cosa può far scoppiare la coppia
Può capitare che vengano date più attenzioni alla persona nuova e che questo faccia sentire la persona all’interno della coppia sostituita/meno importante/meno desiderata. È naturale nutrire più curiosità verso la novità, ma possiamo cercare di distribuire bene le attenzioni e assicurarci (con uno sguardo d’intesa, un gesto, qualcosa di umano insomma) che tutte le persone si sentano partecipi e volute. Non è il caso di entrare nel panico in caso qualcosa sembri sfuggire al nostro controllo: ogni persona in una situazione nuova, senza riferimenti, è fallibile e può reagire in modi non previsti (ovviamente è tutta un’altra storia se si verifica una netta mancanza di rispetto e un’indifferenza deliberata nei confronti del sentire altrui).
L’altro campanellino d’allarme potrebbe suonare quando vediamo il/la partner comportarsi (anche e soprattutto sessualmente) con l’altra persona in un modo diverso da quello che ha sempre riservato a noi. Siamo esseri umani, fluidi e mutevoli, non impermeabili, ed è perfettamente naturale interagire con ogni persona o situazione nuova in modo nuovo. Ogni relazione umana è diversa dall’altra, ogni interazione è in qualche modo unica. Non è detto che se con una persona interagiamo in modo molto morbido e cuccioloso con un’altra non ci venga spontaneo assumere un atteggiamento (sessuale) più forte. Se ci comportassimo sempre nello stesso modo non ci sarebbe niente di interessante nella conoscenza di altre persone. Conoscere significa anche conoscersi. E ogni esperienza può diventare un modo per imparare lati nuovi di sé e del* partner.
E alla fine arriva l’aftercare
Che l’esperienza sia andata bene o male, come da “copione” o in modo totalmente inaspettato, è bello prendersi un momento di aftercare (anche e soprattutto emotivo), di cura (di sé e reciproca) e di elaborazione di quello che è stato vissuto.
È possibile che l’esperienza lasci strascichi positivi, neutrali o negativi, e ci si può prendere un momento per accoglierli ed elaborarli invece che chiudere un compartimento e procedere indifferenti nel corso della vita.
È importante a livello individuale ed è fondamentale per la coppia: ci si può confrontare su quella che è stata l’esperienza, su com’è stata vissuta, cos’ha mosso, cos’ha suscitato. Non è detto che quello che hanno visto da fuori i nostri occhi e quello che ha elaborato la nostra mente corrisponda a quello che ha vissuto realmente l’altra persona: soprattutto se abbiamo la percezione di star “rischiando” la nostra relazione potremmo filtrare quello che succede davanti ai nostri occhi attraverso insicurezze, paure e gelosie.
Se l’esperienza è andata bene, sarà bello riviverla insieme a parole o nelle future fantasie. Se è andata male sarà rassicurante confrontarsi e riallinearsi cercando un nuovo equilibrio.
Non tutto quello che succede in un’estate deve rimanere confinato sotto un ombrellone o dentro una tenda o una baita in montagna: le avventure estive possono rimanere tali oppure possono trasformarsi in qualcosa di diverso; aprirsi significa anche accogliere l’eventuale nascita di una nuova amicizia, un amore, una dinamica sessuale o qualsiasi altra relazione. Sarà quel che sarà e andrà bene.
Buona estate!

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