Se vi state chiedendo cosa succede durante una valutazione del pavimento pelvico, è molto probabile che abbiate una vaga idea di cosa sia un pavimento pelvico o perineo.
Se sapete cos’è un pavimento pelvico, o quantomeno che è importante monitorarlo e mantenerlo in salute, è probabile che sia grazie a Violeta Benini e alla sua svalangata di Instagram stories che usa per divulgare con la V – divulvare – in modo semplice, chiaro e divertente, informazioni fondamentali per la salute e la sessualità femminili.
Se non è così, e se non sapete chi è Violeta, potete rimediare a questa – gravissima ma colmabile – lacuna in 3 modi: leggendo l’intervista nuda che ho fatto a Violeta la scorsa estate, seguendo il suo canale Instagram e recuperando quello che vi siete persi spulciando nelle storie in evidenza o andando a curiosare tra gli articoli del suo sito violetab.com.

Diciamoci la verità: prima che Violeta iniziasse a divulvare attraverso i social, la maggior parte di noi non aveva mai sentito parlare di pavimento pelvico e non se n’era presa cura.
Per quanto mi riguarda, sono cresciuta sapendo unicamente di avere una vagina e che prima o poi avrei dovuto farla esaminare da un/a ginecologo/a che avrei visto circa una volta all’anno per, grosso modo, questi motivi: accertarmi che le ovaie facessero il loro lavoro; fare qualche saltuario pap test di controllo; farmi prescrivere la pillola (senza neanche valutare altri metodi di contraccezione, condom a parte). Lo starter pack di informazioni su “sessualità femminile & co.” consegnatomi da un’educazione sessuale poco esaustiva, professori poco preparati improvvisatisi tuttologi del sesso e genitori campioni di “schiva l’argomento”, di certo non comprendeva la nozione di pavimento pelvico, parte del corpo che ho serenamente ignorato fino ai trent’anni.
Da quando ho iniziato questa avventura chiamata Le Sex en Rose, ho realizzato che sono davvero tante le informazioni riguardanti la salute sessuale femminile che le donne non conoscono, per diversi motivi: perché nessuno si è mai scomodato a fornirgliele, perché a livello scientifico di molte cose (leggi orgasmo femminile, eiaculazione femminile, eccetera) se ne sa ancora poco, perché sono pochi i professionisti (ginecologi, sessuologi..) che hanno una formazione specifica nelle tematiche legate alla sessualità e pochissimi quelli che le divulgano apertamente.
Nelle ore di mediocre educazione sessuale a scuola ho sempre sentito parlare di imene e di vagina, e assolutamente mai di vulva, clitoride… pavimento pelvico.
Quando ho iniziato a ricercare e raccogliere informazioni per il blog, l’ho trovato menzionato esclusivamente in relazione agli esercizi di Kegel e all’uso delle palline vaginali (per oscuri motivi, immeritatamente popolari), quasi sempre con un sacco di informazioni imprecise e scorrette intorno, e, prima di finire sull’Instagram di Violeta, pensavo che si trattasse di muscoli che ‘se alleni è meglio, se no poco importa al resto del corpo’.

Violeta non è l’unica persona a occuparsi della salute del pavimento pelvico femminile, ma quello che sta facendo di veramente rivoluzionario è comunicare a più donne possibile, attraverso i potenti mezzi dei social, che il pavimento pelvico esiste e che è responsabile di uno stato di salute femminile generale, anche sessuale.
Quando sono arrivata da Violeta per la valutazione del mio pavimento pelvico avevo le idee un po’ più chiare su quali muscoli si nascondessero nei meandri del bacino ed ero praticamente convinta che mi avrebbe detto che i miei stavano più o meno tutti bene, lasciandomi con qualche consiglio e informazione in più.
Due premesse prima di raccontarvi com’è andata.
Pavimento pelvico e perineo sono due modi diversi di chiamare la stessa struttura muscolare, ma il primo sarebbe quello più corretto.
La valutazione del pavimento pelvico viene eseguita non solo da ostetriche, ma anche da altri professionisti come fisioterapisti, ginecologi, infermieri, purché abbiano fatto una formazione specifica in questo ambito.
La mia valutazione del pavimento pelvico
Fase 1: L’Anamnesi – aka La Lunga Chiacchierata o Il Confessionale
La valutazione è cominciata con La Lunga Chiacchierata, seduta al tavolo del salottino ostetrico di fronte a Violeta che, dopo avermi accolta e offerto una tazza di tè, ha cominciato a farmi una serie di domande abbastanza, molto o moltissimo intime sul mio vissuto di donna/persona sessuata e con una vita sessuale attiva.
Questa prima fase si chiama Anamnesi e dura almeno 40 min. In questo spazio temporale, più che dentro un salottino ostetrico, sembra di essere nel confessionale del GF, ma con davanti un’amica al posto di una telecamera.
Le domande sono tantissime e riguardano il passato e il presente del proprio corpo di essere umano dotato di vulva e vagina: ogni cosa che ha vissuto (o subito), il modo in cui ce ne siamo – o no – presi cura e quello in cui lo stiamo trattando attualmente; gli stimoli che percepisce e i feedback che ci invia in termini di dolori, fastidi o semplici avvisaglie, quelli che ignoriamo (ma che Violeta riesce a localizzare tra le righe del racconto) e quelli che prendiamo sottogamba.
Alcune delle domande sono quelle a cui siamo abituate a rispondere di fronte a qualsiasi altro medico (prima e ultima mestruazione? Regolarità del ciclo mestruale? Dolori?).
Altre, è molto probabile che non ve le abbia mai fatte nessuno: quanti partner sessuali hai avuto? Usi sex toy? Spingi per fare la pipi?
Ogni dettaglio riguardante le abitudini alimentari, la vita sessuale, ogni attività a cui il corpo è sottoposto, fornisce indicazioni utili sullo stato di salute del nostro pavimento pelvico.
Ho vissuto La Lunga Chiacchierata come un’occasione unica di riflessione per soffermarmi su me stessa, su come avessi trattato il mio corpo fino a quel momento, su quanto mi fossi voluta bene e quanto invece mi fossi trascurata o ignorata.
A Violeta ho raccontato cose che prima avevo raccontato solo alla mia dolce metà e altre che forse non avevo detto neanche a me stessa.
La sensibilità e la simpatia di Violeta hanno contribuito a trasformare quello che potrebbe sembrare un interrogatorio in una chiacchierata con un’amica, una di quelle vere, sinceramente interessate al tuo bene e a cui si può dire ogni cosa.
Mentre io rispondevo alle domande e lei cercava di andare a fondo di ogni aspetto che potesse dare indicazioni sul mio stato di salute mi sono resa conto che era la prima volta che mi fermavo a pensare a come stavo trattando il mio corpo e quasi mi sono sentita in colpa per avergli dedicato meno attenzione di quella che ne stava dedicando lei in quel momento.
Violeta mi ha confermato che tantissime donne si fanno andare bene delle condizioni di dolore più o meno gravi per il solo fatto che nessuno le ha mai detto che non sono la normalità, che sono risolvibili e che il corpo di una donna non è fatto per sopportare il dolore ma per stare bene, vivere felicemente e provare piacere.
Mentre io venivo interrogata da Violeta, nel salottino ostetrico c’era anche I’m the Ph che armeggiava con l’attrezzatura fotografica.
Condividere la valutazione del mio pavimento pelvico con lui è stato divertente e illuminante: mentre scattava le foto e girava i video in religioso silenzio, si infilava occasionalmente nella chiacchierata per rispondere al posto mio alle domande sulle quali tentennavo o ci mettevo un secondo in più a rispondere, ricordandomi dei pezzi che mi ero persa per strada e dimostrando di conoscermi anche meglio di me stessa per molti versi.
Nel caso in cui abbiate una relazione basata su un rapporto di profonda condivisione , potrebbe essere un’esperienza da valutare.
Nel caso in cui abbiate, per dire, omesso qualche dettaglio della vostra vita pre-relazione (o dimenticato di menzionare qualche partner sessuale): forse non è il caso.
Alcune domande possono toccare momenti molto privati e intimi della propria vita: per questi casi Violeta tiene a portata di mano uno slime colorato e diversi antistress che entrano in scena durante i picchi emozionali e funzionano da confortanti scacciapensieri. Diciamo solo che a un certo punto mi sono trovata a torturare le mini-tette di silicone.

Fase 2: La Valutazione – aka La Grande Palpazione
Dopo l’anamnesi arriva la Valutazione vera e propria e ci si sposta dalla sedia sul lettino – non quello asettico e intimidatorio da stanza ginecologica delle torture ma quello invitante e tranquillizzante per i massaggi.
Tutto inizia con Violeta che si siede su una di quelle palle gonfiabili colorate che si usano in palestra e ti chiede di che colore preferisci i guanti che userà per la valutazione.
Sono tutti piccoli gesti di cura e attenzione che contribuiscono a rendere l’ambiente rilassante e confortevole.
Come ho accennato prima, ero arrivata nel salottino con l’idea di avere un pavimento pelvico abbastanza sano (così, in base a sensazioni del tutto infondate).
La Valutazione inizia con il monitoraggio visivo della respirazione e dell’uso dei muscoli del pavimento pelvico attraverso contrazioni: qui è quando ho scoperto che i muscoli del bacino che solitamente ignoriamo sono vivi, reattivi, percepibili e controllabili, e che se ci alleniamo sviluppiamo il superpotere di farli muovere a livelli diversi. È stato un po’ come se qualcuno mi avesse detto che potevo muovere le dita dei piedi e fino a quel momento le avessi ignorate tenendole tutte attaccate, fisse in una posizione. Durante una parte della valutazione si sta in piedi, mentre vengono controllati parametri come la postura o la simmetria e altri muscoli che dialogano con il pavimento pelvico.
Poi si arriva alla Grande Palpazione, la valutazione effettiva dei muscoli perineali: prima di quelli raggiungibili dall’esterno, poi di quelli interni (raggiungibili attraverso la vagina), che vengono manipolati e massaggiati progressivamente da Violeta per valutarne tono muscolare, capacità e velocità di risposta.

C’è anche una fase che si chiama di Swab Test, durante la quale Violeta va a esercitare una leggera pressione su alcuni punti della vulva con un cotton fioc per verificare la presenza di eventuali aree particolarmente sensibili e doloranti. È quando il glande del mio clitoride ha detto ‘Ahi’ (e ho scoperto che quella che io chiamavo sensibilità i professionisti-della-vulva chiamano clitoridinia).
Non ho mai avuto problemi a farmi ispezionare dai professionisti-della-vagina, ma immagino che per qualcuno possa essere vissuta come una cosa invasiva che mette un po’ di ansia.
Dimenticatevi l’ansia. In ogni momento della valutazione, Violeta spiega esattamente cosa sta succedendo e cosa andrà a fare, quali muscoli va a sentire, perché e come dovrebbero essere.
Le due fasi insieme permettono di unire i puntini del quadro della salute e capire se ci sono delle condizioni particolari da andare a trattare. Il pavimento pelvico potrebbe soffrire di ipotono (una carenza del tono muscolare che potrebbe anche essere responsabile di una diminuzione del piacere sessuale durante il rapporto) o ipertono (uno stato di eccessiva contrazione dei muscoli, incapaci di rilassarsi – presente!).

Il pavimento pelvico è più vivo di quello che ci immaginiamo e lo stato in cui si trova è sia causa che conseguenza di moltissime condizioni di salute generali.
A qualcuno potrebbe venire il dubbio che se finora abbiamo vissuto senza sapere neanche cosa fosse il pavimento pelvico, possiamo continuare a sopravvivere senza sapere se sta bene. Il problema è che finora abbiamo vissuto probabilmente peggio di come avremmo potuto se ci fossimo prese cura di tutto il nostro corpo, anche di quella parte invisibile, magari rassegnandoci a convivere con delle problematiche che condizionano fortemente la vita di una donna (dolori mestruali, incontinenza, secchezza vaginale, dolori durante il rapporto sessuale…) e che potrebbero facilmente essere risolte agendo sul pavimento pelvico.
Alla fine della valutazione si torna a casa con una diagnosi che dice se il pavimento pelvico sta bene o se è malaticcio, perché e cosa possiamo fare per mantenerlo o riportarlo in salute.
Cosa succede dopo la valutazione?
Potrebbe essere necessario iniziare un percorso di riabilitazione per ripristinare il corretto tono muscolare del pavimento pelvico, migliorarne la funzionalità e risolvere eventuali disfunzioni.
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Nel mio caso, questo ha significato un enorme impegno da parte di Violeta e un po’ di lamenti vocali da parte mia (l’espressione nella t-shirt è particolarmente rappresentativa della smorfia di dolore).