La recente gita a Erofame, la fiera europea di riferimento per la sex industry (qui il racconto di tutto quello che abbiamo visto, fotografato, toccato con mano), è stata un’occasione per incontrare nuovi marchi e esplorare nuovi prodotti di cui ancora non avevamo parlato.
Uno di questi è Womanizer, il primo succhia-clitoride al mondo, l’originale, inventato in Germania, di cui anche Lily Allen ha decantato i prodigi nel suo libro fresco di pubblicazione My Thoughts Exactly. Probabilmente lo conoscete per l’iconica forma di rossetto della versione 2GO pensata per confondersi tra la tonnellata di oggetti che le donne riescono a far stare nella borsa.
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A Erofame è successo che abbiamo parlato con le bellissime persone che stanno dietro ogni Womanizer, ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti e siamo stati invitati all’evento di lancio del nuovo succhia clitoride da viaggio Liberty.
Alla scoperta del Womanizer Liberty
L’appuntamento era a Londra alle 18:00 in un bellissimo edificio Vittoriano: tre piani di un labirintico susseguirsi di scalini di legno, specchi, grafiche optical in bianco e nero e dettagli dorati.
La serata ha preso vita all’ultimo piano, nella Ballroom, tra il calore dei mattoni rossi a vista e della pioggia di luci che scendevano dal soffitto accarezzando il pavimento di legno, segnato a conservare la memoria dei passi presenti e passati. I nuovi Womanizer Liberty con i loro gusci patinati e delicatamente colorati decoravano le diverse nicchie della sala, ergendosi sui piedistalli bianchi intorno a cartelli con citazioni motivazionali.

Oltrepassato l’ingresso, siamo stati accolti tra i sorrisi e gli abbracci del marketing team di Womanizer e le bollicine del prosecco hanno fatto il resto, dando avvio alle chiacchiere e tagliando corto sui convenevoli formali.
Imtheph si è avventato sui piatti di patatine fritte del buffet ma questa è un’altra storia.
Dopo un discreto indulgere in quell’atmosfera intima, inebriante lievemente alcolica, dolcemente profumata dagli aromi del buffet con apprezzabili comparse culinarie vegan-friendly, abbiamo preso posto in prima fila, fermamente intenzionati a non perdere neanche un frangente dell’evento.

La serata si è aperta con un intervento introduttivo della rappresentante di Lovehoney, il più grande negozio online di oggetti per il piacere. Entrata in azienda come prima dipendente assoluta, oggi è alla guida del team sviluppo prodotto. Forte dell’esperienza quindicennale, ha tracciato una breve panoramica dei cambiamenti che hanno rivoluzionato il settore della sex industry da quando l’azienda si è affacciata sul mercato a oggi.
Ha ricordato di quando i sex toy erano falli realistici color carne morta, confezionati in un immaginario da film porno old-school, e di quando si sono trasformati negli oggetti di design, colorati, ergonomici, funzionali, intelligenti e sicuri per il corpo che oggi sono avvolti dentro packaging attentamente progettati per coccolare i sensi durante tutta l’esperienza d’acquisto. Di quando le aziende sfornavano dildo senza controllo e senza comunicare con il loro pubblico, e di oggi, che i prodotti vengano testati, raccontati e spiegati dai marchi stessi che si fanno promotori della divulgazione di informazioni utili a costruire un’esperienza di piacere consapevole e soddisfacente.
Dopo di che il testimone è passato nelle mani della special guest della serata: Alix Fox.

Alix è una pluripremiatissima educatrice sessuale, presentatrice radiofonica e giornalista popolare in Inghilterra. Trovate la sua firma al fondo di articoli pubblicati su testate come The Guardian, Glamour, Vogue, eccetera. Insieme a uno Youtuber superstar conduce il programma comico a tema sesso Unexpected Fluids che va in onda sul canale Radio 1 della BBC alle 3 di notte di ogni mercoledì.
Il suo marchio di fabbrica sono i capelli rigorosamente colorati, gli accessori sovradimensionati o ipercolorati che difficilmente passano inosservati e una geniale ironia che la candida automaticamente come migliore amica che tutti vorrebbero.
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Dentro un maglione con inserti di ispirazione ittica (un paio di pinne sulle maniche e una coda di pesce sul davanti), sopra dei tacchi rossi ricoperti di glitter, ha calcato il centro della scena destreggiandosi in un intervento brillante, intelligente e trascinante.
Viaggio nel futuro della sessualità
Armata di una scatola di cartone, per l’occasione nominata Time Fapsule (invece di Time Capsule, capsula temporale; Fap è uno slang per masturbazione), ha trasportato il pubblico nel futuro del sesso ipotizzando le tendenze verso cui potrebbe spostarsi l’industria del piacere e, più in generale, la conversazione intorno alla sessualità umana.
Dalla scatola ha estratto, uno alla volta, cinque oggetti simbolici per introdurre cinque spunti di riflessione.
Giving a talk for #Womanizer tonight on future sex. This is my Time Fapsule, full of symbolic items relating to the topic. Can you guess what I will discuss? pic.twitter.com/36aN9ZLncV
— Alix Fox (@AlixFox) October 10, 2018
Il dildo di ceramica
Ha aperto le danze con un dildo in ceramica, come spunto per parlare della recente tendenza – che prende il nome di Mindful sex – ad allargare l’attenzione da un piacere esclusivamente sessuale a un benessere globale, consapevole e ragionato. L’obiettivo non è più quello di andare sempre più veloci ma essere sempre più connessi con se stessi, umanamente e profondamente. In questa corrente si inserisce anche il ritorno a giochini di materiali tradizionali come la ceramica o il legno.
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Il limite di questi artefatti rimane però quello di focalizzarsi sulla penetrazione, quando sul menu dell’esplorazione sessuale c’è molto più del solito piatto pene-nella-vagina. Quello del futuro, è un menu molto più inclusivo che non preclude il piacere a chi, per esempio, vive la penetrazione con sofferenza e frustrazione a causa di condizioni come il vaginismo. Nel futuro si parlerà sempre meno di penetrazione, come opzione unica o scontata, e sempre più di tutti i modi di esplorare la sessualità e provare piacere.
La direzione è quella nella quale sta andando anche Womanizer, progettando giochini che offrono un’esperienza di piacere personalizzabile, che non passa attraverso la penetrazione ma la stimolazione della clitoride, scrigno di terminazioni nervose fonte di grande piacere.
La bustina di plastica dei liquidi
Il secondo oggetto era una bustina di plastica di quelle che distribuiscono in aeroporto per contenere i liquidi. Il riferimento era a un recente esperimento condotto con un utero artificiale all’interno del quale sono cresciuti con successo alcuni agnellini nati prematuri. Si tratta di una sacca di plastica riempita di liquido amniotico artificiale e che collega il cordone ombelicale a un apparecchio che lo filtra, lo arricchisce di ossigeno e lo ripulisce dall’anidride carbonica come farebbe la placenta. La strada per la coltivazione di esseri umani dentro buste di plastica è ancora lunga ma è interessante interrogarsi sulle possibili applicazioni di un utero artificiale. Basti pensare ai parti precoci che mettono a rischio la vita di bambini che invece potrebbero essere salvati, sopravvivendo in questi uteri artificiali per il tempo necessario alla piena formazione degli organi. E alle possibilità finora preclusa a chi oggi non può avere figli, come donne nate senza utero o transessuali.
Il telecomando della TV
Dalla scatola è uscito poi un telecomando. Il presente è pieno di sex toy controllabili a distanza attraverso telecomandi che consentono di variare l’intensità e personalizzare l’esperienza di stimolazione.
Quando si parla di futuro dei giocattoli sessuali si tende a saltare direttamente a bambole robotiche che si sostituiscono ai partner, soprattutto femminili, in carne e ossa.
Un argomento che sta originando degli interrogativi anche etici: come sarebbero da considerare nei confronti del tema dell’oggettificazione della donna? Potrebbero davvero aiutare a trattare disfunzioni sessuali e aiutare persone con disabilità a esplorare la sessualità? Riuscirebbero ad appagare il desiderio eliminando la componente umana e la possibilità di costruire relazioni?
La verità è che questi oggetti sono ancora solo dei prototipi, ben lontani da una diffusione di massa. Il futuro prossimo è più verosimilmente fatto di realtà aumentata e virtuale (che già viene applicata ad alcuni sex toy) e interfacce basate sul contatto (aptiche) che permettono di ricevere dei feedback tattili e di coinvolgere tutto il corpo nell’esperienza di piacere.
Una forchetta
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Il quarto oggetto era una semplice forchetta, come quella che si potrebbe utilizzare per mangiare una pie (torta) inglese. Ma “pied” significa anche venire ignorati (ed è anche il nome di un club/variety show/party londinese che celebra delle idee creative brillanti, presentate da donne, che sono state, appunto, ignorate e non hanno mai visto la luce). Quando si parla di sesso non ci si può permettere di lasciare qualcuno fuori dalla conversazione, di ignorare una parte di popolazione. La sessualità riguarda le vite di tutti, che la si voglia esplorare oppure no. E viene influenzata da tutto il mondo, dalla società, dai media. Ed è nei media che c’è ancora un problema di scarsissima rappresentazione femminile. Il futuro è fatto di parità, di fifty-fifty e diversità. Di tante donne quanti uomini.
La vulva di pezza
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A conclusione del viaggio nel futuro è spuntata una vulva multicolore cicciotta di stoffa. Uno spunto per parlare di un altro ambito che pecca di esclusività: quello dell’educazione sessuale, dominato da tante vulve (donne) bianche e qualche pene (uomo) bianco. Dal momento che è più facile immedesimarsi ed entrare in contatto con persone simili, che condividono gli stessi riferimenti culturali, servono più persone con provenienze geografiche, sociali e culturali diverse che parlino di sessualità a una pluralità sfaccettata di persone. Inoltre la popolazione mondiale sta invecchiando e i cambiamenti nella società e nelle relazioni umane stanno delineando un target di persone che esplorano la sessualità a un’età ben oltre quella che prendono in considerazione le aziende dell’industria del piacere. Studiare prodotti dedicati a persone di 50, 60, 70, 80 anni che esplorano il piacere con tempi, fisici e modalità diverse da quelli dei più giovani potrebbe essere una direzione verso la quale orientare gli investimenti.
Ritorno al presente
Globalmente, l’evento organizzato da Womanizer non è stata solo un’occasione commerciale di presentazione di un prodotto nuovo, ma un illuminante e divertente viaggio temporale all’esplorazione del potenziale scenario futuro della sessualità umana.
Un futuro fatto di persone il più possibile diverse che rendono il piacere accessibile a persone altrettanto diverse, di ogni colore, forma, cultura, età, estrazione sociale.
Dopo aver bevuto un altro paio di bicchieri di prosecco, stalkerato Alix Fox e riabbracciato il team Womanizer, abbiamo lasciato quella location magica e Londra con la goody bag riempita di prodotti per il piacere e la testa ricca di spunti su cui riflettere.